chi sono

Figlio del pittore Renzo Crivelli e della scultrice Katherine Lester è nato nel 1947 ed è dedito alla scultura dal 1990, dopo esperienze di pittura e di mosaico.

L'ambiente artistico in cui è cresciuto, composto anche da più fratelli pittori, ha plasmato e indirizzato la sua vocazione alla creatività che ha trovato appassionato sfogo nell'attività di scultura, cui si è dedicato in simbiosi alla sua carriera di magistrato. Seguendo l'impronta materna si è cimentato inizialmente nella modellatura dell'argilla e di poi nella scultura di pietre e bozze di marmo. Con scalpelli, subbie e gradine ha estratto volti e figure appena emergenti dalla materia grezza, a figurare l'emersione dello spirito dalla materia. Si è poi dedicato alla lavorazione dei marmi, ricavando da frammenti di blocchi reperiti a Carrara forme astratte, sinuose e levigate, ispirate alla ricerca dell'origine emozionale della creatività. Nei laboratori delle segherie ha appreso a incidere non solo il duttile bianco di Carrara ma anche i marmi colorati, come il poroso travertino rosso di Persia e il vetroso Rosso di Francia, dalle variegate colorature su fondo sanguigno.

Terrecotte di varie grandezze riproducono figure umane e grandi vasi di ceramica, dalle inusuali forme angolari e strutture contorte, rappresentano puzzle di paesaggi e di figure simbolizzate.

La lavorazione della cera gli ha consentito anche di foggiare modelli da cui ha tratto bronzetti e, fruendo della versatilità del bronzo alla verticalità, ha realizzato grandi fusioni che ha esposto in occasione di mostre in luoghi istituzionali – come il Chiostro di Santa Croce, la Fortezza di Monte Argentario, il Museo Archeologico di Fiesole, l'Università Europea di Firenze, il Palazzo di Giustizia di Firenze- nei cui pubblici spazi sono installate.

Più recentemente ha intrapreso anche un percorso di scultura sul territorio nei versanti boschivi del Poggio di Firenze, ricavando figure emergenti come fugaci apparizioni dai macigni reperiti sul posto

foto37 - figlio - Antonio Crivelli

Prof. Bruno Santi, Soprintendente per il Patrimonio Storico Artistico ed Etno Antropologico di Firenze

La sua è una scultura articolata, realizzata su varî materiali, scelti accuratamente e intelligentemente secondo i soggetti, che ricerca forme essenziali, ma anche effetti fantasiosi e fascinosi, primitivi e raffinati, onirici e realistici: un sincretismo che non rivela – a nostro parere – inquietudini o incertezze, bensì attenzione alle necessità espressive e padronanza della materia, nonché colta conoscenza delle auctoritates scultoree e dei riferimenti più suggestivi alle opere plastiche di ogni epoca. Personalmente scorgo nelle produzioni di Antonio Crivelli la sintesi di certe rappresentazioni protostoriche, le forme spontanee delle culture primitive, le creazioni grottesche di origine centroeuropea, le levigate ma essenziali superfici delle più aggiornate tendenze attuale

Cristina Acidini, Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino

Con reverente amore per la materia – marmo apuano bianco o colorato, travertino di Persia dai toni fiammeggianti e riarsi, perfino lava cupa e porosa – Crivelli interpreta i pezzi rinvenuti come chiedendo a loro stessi la strada da seguire… Ha così origine la sua folla di teste, idoli incompleti, creature d'una nuova mitologia colte a metà d'una metamorfosi … Marmi levigatissimi dalle forme astratte, agili bronzetti, terrecotte e ceramiche mostrano, negli ultimi anni, l'incessante ricerca di Crivelli sempre in sintonia con i suggerimenti della materia e con le sfide proposte dalla varietà delle tecniche

Prof. Marco Fagioli, Storico d'Arte

Fin dagli esordi Crivelli ha sempre praticato una scultura "pura", eseguendo da sé le opere in marmo, dallo sbozzo alle finiture dei dettagli, riaffermando così un carattere antico dello scultore, quello di artifex, che conferisce al lavoro manuale, al taglio del marmo e della pietra, un valore uguale all'ideazione dell'opera. In un tempo in cui la maggior parte degli scultori non opera con gli scalpelli o le subbie, che non conosce nemmeno il nome della gradina e si limita a passare ai marmisti e ai fonditori appena il disegno, in scala piccola , dell'opera da realizzare. Crivelli è già una notevole eccezione: egli non si limita al progetto, ma si cimenta, taglio dopo taglio, con rasature e finiture, a costruire l'opera solo da se stesso… Il passaggio da una visione quadrifrontale, arcaizzante, da primitivo o marmoraro romanico, tipica degli inizi di Crivelli, a questa fase più matura di forme astratte, è stato quasi naturale, per evoluzione spontanea nel linguaggio plastico dello scultore. Individuare le assonanze di opere come Attimo Sospeso ed Essenza Immaginale con la scultura storica del Novecento non è compito arduo. Da Hans Arp potrebbe derivare anche un'idea base che pare inconsciamente animare l'attuale ricerca di Crivelli, quando egli intende modellare delle forme pure "in una sorta di procedimento analogico con quello di crescita della natura"

Cristina Acidini - Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Firenze

"Da anni ormai Antonio Crivelli, nella sua variegata esperienza di materie e tecniche, privilegia la lavorazione di marmi levigatissimi dalle forme astratte, affinati e smaterializzati, ormai lontani dalla

ruvida fisicità delle schegge e degli spezzoni di cava sui quali, agli inizi della sua carriera aveva esercitato la sua capacità trasfigurante. Di questi marmi a lungo e sapientemente lavorati, la mostra a Palazzo Medici Riccardi ha presentato una rassegna selezionata ed altamente esemplificativa, con un vero e proprio confronto tra il nobile "antico" e uno dei più colti e sensibili "moderni". Alle forme squadrate e ai rilievi figurati della raccolta d'antichità, le sculture di Crivelli oppongono i loro volumi sinuosi e fluidi, che si svolgono nello spazio con torsioni che possono rinviare alla grande lezione di Moore e con aperture che rammentano Yasuda, ma con una loro grazia di fredda e ferma fiamma. Una completa dedizione di Antonio Crivelli alla creazione artistica, in esclusiva, preannuncia lo sviluppo di nuove linee di ricerca e il raggiungimento di nuovi traguardi nella scultura e nella plastica.

Graziella Magherini, Presidente International Association of Art and Psychology

I gruppi statuari di Antonio Crivelli segnano un percorso fra il dentro e il fuori in uno dei luoghi simbolo della memoria italiana, il Chiostro di Santa Croce, in uno spazio speciale, carico di storia, affollato di presenze, nella loro silenziosa grandezza di secoli. Le statue che punteggiano questo itinerario fanno da contrappunto all'avventura della vita e a quella, in essa, del genio, nelle arti, nella musica, nel pensiero, fra corpo e mente, nella materia, nell'energia, nel moto e nella quiete. È un'arte che si lega al pensiero, alla meditazione, che travalica l'estetica e costeggia la ciclicità dell'essere e del non essere più, fidente più che mai in un essere ancora e per sempre. … Si può cogliere lo sforzo espressivo di dare forma alla mente umana, il dramma e le vie che l'inespresso incontra nel suo cammino, l'irriducibile nucleo di verità che ciascuna delle opere fa vivere, l'indicibile che mostra il suo interno differenziarsi, rendere manifesti i modi, le forme per cui un 'dopo' possa retroagire su un prima.